mercoledì 18 giugno 2008

Alla ricerca dei frutti perduti, libro e progetto







URBANIA - Alla ricerca dei frutti perduti. Si intitola “I frutti ritrovati nel Montefeltro”, infatti, il libro presentato nei giorni scorsi a Urbania, in una sala Volponi gremita, risultato di una indagine conoscitiva condotta da Graziella Picchi e promossa dalla Comunità Montana dell’alto e medio Metauro, con il coordinamento da Nadia Sabatini.

La stampa del libro è solo un primo tassello di un più ampio progetto che ha come obiettivo la diffusione e la conseguente conservazione delle varietà di frutta che si stanno perdendo. Il passo successivo potrebbe essere, infatti, (come prevede il progetto della Cm) la creazione di una “rete etica del Montefeltro” all’interno della quale il materiale genetico possa essere trasferito gratuitamente. Nel volume è già presente un elenco di persone che conservano tali varietà e sono disponibili a cederle e a diffonderle ad altri appassionati.

“Il nostro territorio è ricco e interessante, – ha detto il presidente della Cm Gabriele Giovannini – per renderlo più appetibile agli occhi del turista dobbiamo valorizzarlo ancora di più. Questo lavoro va in questa direzione”. E riferendosi alla propria infanzia, ha ricordato come, non lontano dalle cime appenniniche, fossero presenti “innumerevoli varietà di vitigni da cui con esperta miscelazione si ricavavano ottimi vini, innumerevoli varietà di mele, di pere, di susine, di fichi, di pesche ed albicocche che iniziavano a maturare da fine giugno fino ad ottobre inoltrato”.

L’assessore Costantino Diotallevi, che ha seguito dalla sua nascita il progetto, ha sottolineato che la ricerca e il recupero dei frutti perduti ha anche un valore culturale. Il lavoro è stato finanziato nell’ambito del programma comunitario Leader Plus, dalla società consortile Montefeltro Leader, il cui presidente Italo Grilli ha sostenuto che non basta ricordare le cose del passato, ma occorre anche recuperarle. Graziella Picchi, autrice del libro, ha sottolineato che il lavoro non è finito con la pubblicazione del volume e che saranno gradite “eventuali segnalazioni per colmare le lacune. Sull’esatta identificazione dei frutti ci siamo limitati a riportare i nomi segnalati di volta in volta dalle popolazioni locali, e solo in caso di confusione lessicale, sono stati interpellati alcuni vivaisti, i contadini più anziani, gli esperti. L’ultima parola spetterà poi ai genetisti”.
M.C.

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