sabato 28 giugno 2008
“Il nuovo assetto potrà cambiare la politica”
Cagli - Assessore Minardi il solito pateracchio: le Comunità montane non sono state cancellate.
“Eliminarle tutte - spiega l’assessore regionale agli Enti locali - avrebbe significato creare il problema di come aggregare nella nostra regione circa 100 Comuni per un totale di 308 mila abitanti (che rappresentano il 25 per cento della popolazione marchigiana), in una zona fatta di piccole città che non superano i 2.500 abitanti, in un’area vastissima che vede la presenza di 53 residenti per chilometro quadrato, dove l’indice di invecchiamento è altissimo. In pratica abolire tutte le Comunità montane avrebbe significato realizzare 25 unioni dei Comuni e tenuto conto che l’attuale personale in servizio negli enti montani non è licenziabile, questa soluzione avrebbe solo sovraccaricato i costi”.
Il nuovo assetto chiama al lavoro i sindaci.
“E’ vero: è in atto una profonda trasformazione - precisa Luigi Minardi - che vede i Comuni appaltare servizi all’esterno, non avendo più la massa critica necessaria ad erogarli in autonomia. Questo significa che ai Comuni resta solo la bandiera dell’identità, che è fondamentale, sia chiaro, ma non sufficiente. Con questa ristrutturazione i sindaci saranno in prima fila nelle Comunità montane concretizzando quel passo indietro che da tempo si chiede alla politica. E se sapranno dare risposte confrontandosi sui progetti e non sulle casacche, realizzeranno una nuova immagine della politica stessa”.
Un po’ ciò che è accaduto in Regione dove, a fronte di una battaglia campale, si è finito per votare all’unanimità proprio la famosa tabella A che ridisegna l’assetto delle Cm.
“Il dato inopugnabile è quello di un risparmio di 3 milioni di euro all’anno mantenendo tutti i servizi. Siamo passati da 13 Cm a 8 ambiti, 2 a Pesaro, 3 a Macerata, 1 ad Ancona, 1 ad Ascoli e 1 a Fermo. Questo significa che ci saranno 8 presidenti e non 13, 173 consiglieri e non 359 e nessun assessore al posto degli attuali 86”.
Nel Pesarese se la sono presa con lei perchè il nostro territorio è quello che ha subito la scure più pesante.
“E’ vero siamo passati da 6 Cm e a due ambiti, ma abbiamo rigorosamente rispettato i criteri di montanità. In attesa che il Parlamento deliberi sulla Valmarecchia secessionista abbiamo accorpato il Montefeltro e la Valmarecchia e dall’altro versante abbiamo unificato Cagli e Urbania. Questo ha significato salvare Urbania che con solo 2 Comuni montani era fuori dai giochi. Questa è un’area che ha già una sua identità politica: basti pensare alla suddivisione dei collegi elettorali”.
Meno contenti a Fossombrone e Pergola.
“Soppressa Fossombrone abbiamo rispettato le vocazioni degli altri Comuni. Pergola sarà il punto organizzativo della vallata del Cesano, mentre Frontone, Fratte Rosa e Serra Sant’Abbondio faranno parte dell’unità del Catria”.
Tutta questa rivoluzione quando fra un anno sarà il Governo a decidere.
“Sbagliato, l’ho già detto alla Lanzillotta (ministro degli Affari regionali): il territorio va programmato dalle Regioni e non dal Governo centrale. L’ha capito visto che ha prorogato i termini: le Regioni avranno tempo fino al 30 settembre”.
SILVIA SINIBALDI
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