lunedì 16 giugno 2008
Coloranti naturali un progetto integrato
URBANIA – “Montefeltro Tinctoria - Coloranti naturali” è il titolo di un progetto integrato di sviluppo territoriale promosso dalla Comunità montana dell’alto e medio Metauro. La ricerca è condotta dalla cooperativa “Oasi Colori Naturali” di Borgo Pace, in collaborazione con le industrie del settore tessile del territorio dell’area Leader (Dond Up di Fossombrone, Cariaggi e Le Group di Cagli) e l’Università di Pisa da anni impegnata nella ricerca nel settore della coltivazione e dell’estrazione del guado.
La prima fase del progetto prevede presso l’Azienda Ca’ Lippo, di proprietà della Cm, un centro di coltivazione e estrazione del guado (Istatis Tintoria), dove verranno eseguite prove di coltivazione di Istatis Tinctoria ed altre piante tintorie a pieno campo e prove di trasformazione da prodotto agricolo a prodotto colorante. La prima semina di isatis tinctoria su un appezzamento di circa un ettaro è già stata effettuata nel mese di aprile e si prevede una ulteriore semina autunnale. Il progetto, nella sua globalità, ha la finalità di attivare una filiera agricolo – artigianale - industriale locale (coltivazione piante tintorie, estrazione colori naturali e loro utilizzo nel settore tessile – abbigliamento, moda, artigianato, artigianato artistico, industria coloranti e decorazioni, bio-edilizia, industria del mobile) concepita sulla base di criteri di sostenibilità ambientale, di innovazione di processo e di valorizzazione del territorio dal punto di vista culturale e turistico.
Dai tempi più antichi, infatti, la nostra civiltà ha sviluppato tecniche di tintura utilizzando la varietà delle specie erbacee presenti sul territorio. Il guado ha rappresentato per i territori di coltivazione una vera e propria fonte di ricchezza, tanto da essere definito “oro blu”. Era infatti l’unico colorante in grado di donare una tonalità azzurra di elevata qualità non solo in termini cromatici, ma anche di resistenza alla luce e all’usura. Il guado venne usato, oltre che per tingere i tessuti, anche per miniare i libri, dipingere tele, affreschi, terrecotte, ecc.
Tra il XIV e il XVII secolo, il Montefeltro si costituiva come un vero e proprio centro di mercatura del guado lungo tutta la filiera: dalla coltivazione della pianta, all’estrazione del pigmento, alla tintura delle fibre tessili sino alla cardatura, alla filatura e alla stampa a mano su stoffa. Sul territorio, da diversi anni il Museo dei Colori Naturali di Lamoli, con il sostegno degli enti e delle Istituzioni locali, ha intrapreso un percorso di riscoperta e di valorizzazione storico-culturale ed economica della tradizione tintoria vegetale.
M.C.
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