lunedì 19 novembre 2007

Amianto nell’area demaniale di S. Lucia







URBANIA - Disposta dalla Comunità Montana dell’Alto e medio Metauro l’immediata rimozione di lastre di amianto all’interno del demanio forestale.

La segnalazione della loro presenza è stata fatta dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Pesaro e riguarda un deposito di lastre tipo eternit o fibra di cemento presso la località Santa Lucia nel Complesso demaniale di Monte Vicino nel Comune di Sant’Angelo in Vado.

In particolare le lastre sospette abbandonate sono situate in prossimità del rudere di Santa Lucia, che si erge nel suggestivo contesto della piana alluvionale del Torrente Candigliano. Si tratta di alcune lastre di forma rettangolare accatastate, delle dimensioni di circa 1,20 per 2,20 metri., che sviluppano un superficie di circa 25 metri quadrati.

Gli uffici competenti, di intesa con il Comando Forestale di Sant’Angelo in Vado e la Asur di Urbino, hanno verificato che si tratta di eternit, per cui sono state attivate immediatamente le procedure di smaltimento del materiale.

Le operazioni di smaltimento delle lastre in eternit sono state affidate ad una ditta specializzata nel settore, nelle modalità previste dalla normativa vigente, che provvederà a conferirlo in apposita discarica autorizzata, rilasciando all’ente la certificazione di avvenuto smaltimento.

“La Comunità Montana – afferma il presidente Gabriele Giovannini - in qualità di gestore dei complessi demaniali ricadenti nel proprio territorio, nell’ottica di salvaguardare il qualificato patrimonio ambientale demaniale, considerato oramai da tutti un sicuro volano per lo sviluppo turistico delle aree montane, ha attivato da tempo alcune convenzioni siglate con una cooperativa agricola - forestale e con due gruppi di guardie ecologiche che affiancate dal Corpo Forestale dello Stato, svolgono una incisiva ed efficace azione di sorveglianza del territorio.

“L’obiettivo della Comunità Montana dell’Alto e medio Metauro - conclude il presidente Giovannini - è quello di arrivare a considerare le aree demaniali come un patrimonio di tutti, mettendole a disposizione dei cittadini in un’ottica di piena fruibilità nel rispetto delle buone regole comportamentali sia per quanto riguarda la raccolta dei prodotti del bosco che per quanto riguarda la tutela delle eccellenze ambientali ed architettoniche presenti all’interno delle aree demaniali”.

E tornando all’amianto è giusto ricordare che da quindici anni l’amianto è fuori legge. Accertata la pericolosità per la salute umana, non si può né produrre, né commercializzare. E’ iniziata quindi una fase di risanamento delle strutture costruite con questa fibra che in passato è stata abbondantemente usata.

Di recente il problema dell’amianto è stato oggetto d’attenzione anche a Fano dove grazie a un’indagine dell’Arpam sono stati censiti 334 siti pubblici contenenti amianto, che gli stessi tecnici regionali hanno però specificato come non tutti si trovino al momento in una situazione pericolosa. Il lavoro è stato eseguito con la realizzazione di un data base da parte del servizio Arpam, mentre il dipartimento di prevenzione dell’Asur di Fano ha contribuito con l’inserimento dei dati” stessi.

MARIO CRISCILLO

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