venerdì 16 novembre 2007
“Migliorare la gestione dei rifiuti”
URBANIA – Un nuovo modello di sviluppo. Con minore impatto ambientale e minori costi di gestione per le aziende. È il modello Apea (Area produttiva ecologicamente attrezzata), presentato presso la sede della Comunità Montana dell’alto e medio Metauro, presenti anche imprenditori e associazioni di categoria. “Il progetto – ha detto il presidente della Cm Giovannini - punta a sviluppare una nuova concezione di area produttiva basata su una efficace collaborazione tra i diversi soggetti pubblici e privati coinvolti e attraverso la progettazione e realizzazione di un’unica macro-area produttiva che renda possibili interventi di miglioramento ambientale”.
Alessio Di Paolo, responsabile della società Igeam di Roma, ha poi illustrato le tre fasi principali per l’attivazione del progetto: individuazione di un soggetto gestore delle aree produttive della Cm, col ruolo di coordinamento per la corretta applicazione del modello Apea nei 9 Comuni del comprensorio; comunicazione, per divulgare gli obiettivi e i risultati del progetto, anche mediante l’utilizzo di pagine web, e infine il Forum in cui la tipologia degli interventi viene discussa, condivisa ed eventualmente arricchita. “È un’occasione per gli enti locali di conoscere meglio le aree produttive e le loro esigenze, ma anche per le aziende di maggiore visibilità e risparmio nei costi di gestione, perché la tutela ambientale incide anche sui costi e sui profitti.
È stato poi Sandro Cangiotti del Gruppo Sea di Fano a entrare nel dettagli degli interventi tecnici da adottare. Partendo dalla considerazione di una presenza di piccole aree produttive in un territorio peraltro vasto e con problemi di collegamento viario, la prima cosa da fare, secondo Cangiotti, è il miglioramento della gestione dei rifiuti, attualmente dispersiva e dispendiosa, oltre che con maggiore incidenza su inquinamento e intasamento del traffico, attraverso un sistema unico di raccolta e destinazione ad un centro di cernita e selezione delle varie frazioni presso la discarica di Ca’ Lucio. A questo, ha sostenuto Cangiotti, va aggiunta la gestione delle acque di prima pioggia, con la possibilità di realizzare una rete unica di raccolta, trattamento e impiego. Infine l’illuminazione pubblica delle aree produttive, che prevede la sostituzione dei proiettori dei corpi illuminanti, l’utilizzo di lampade a basso consumo, di sensori di luminosità e di regolatori di flusso, oltre alla costituzione di una rete unica di gestione e controllo. Interventi che porteranno ad una riduzione dei consumi del 35%.
“Il nodo di fondo – ha affermato nel suo intervento Antonio Minetti, dirigente del settore Ambiente della Regione Marche – è che dobbiamo stare insieme nei prossimi 50 anni. Una rivoluzione, in una regione come la nostra costituita da solisti, che sono sì la forza delle Marche, ma anche la sua storica, strutturale debolezza”. Fare gioco di squadra, come avviene con il modello Apea, sia in termini di amministrazioni locali che di aziende è, insomma, la scelta obbligata per proseguire nella strada dello sviluppo. “I vantaggi – ha concluso – sono per tutti: ambiente, costi, semplificazione amministrativa e dei controlli ambientali”.
M. C.
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