giovedì 29 novembre 2007
La biblioteca del duca filosofo
URBANIA – Una sala Volponi gremita di cittadini e studiosi ha dato l’avvio ieri sera alle celebrazioni per il quarto centenario della istituzione della Biblioteca Civica durantina. Una celebrazione puntuale, in quanto proprio il 28 ottobre del 1607 si poneva la prima pietra delle fondamenta della Biblioteca a Casteldurante, come scriveva nel suo diario il duca Francesco Maria II della Rovere e come ha ricordato nella sua Lectio magistralis il prof. Alfredo Serrai, Illustre studioso di fama internazionale, ordinario di Storia delle Biblioteche presso l’Università Sapienza di Roma. Prima del suo intervento la dottoressa Flavia Cristiano, direttrice della Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, che, per volontà del Papa Alessandro VII, ha incamerato, buona parte della Biblioteca durantina, ha auspicato che l’evento segni l’avvio di “un percorso lungo di collaborazione e di cooperazione” fra le due biblioteche.
Serrai, nel suo intervento ha ripercorso le tappe della costituzione della Biblioteca “Della Rovere” disegnando anche un ritratto dell’ultimo duca di Urbino che l’aveva ideata e realizzata. Quella di Casteldurante non era infatti una biblioteca qualsiasi, ma una raccolta di libri di uno studioso, Francesco Maria II appunto, il duca filosofo, come lo ha definito Serrai, un intellettuale che, raccoglieva libri a stampa, in quanto i più aggiornati sul piano della ricerca scientifica. L’ultimo duca di Urbino non era un bibliofilo, ha sostenuto Serrai, ma uno studioso al contrario dei regnanti, che “hanno le biblioteche ma non studiano”.
L’ultimo duca di Urbino non era un intellettuale freddo, distaccato. “Dentro di lui rimbombava quello che studiava sul piano affettivo ed emotivo”. Francesco Maria II, ha ancora sostenuto Serrai era un indagatore per proprio conto. “Era un collezionista filosofo, non era affatto un bibliofilo puro, ma un intellettuale che si serviva dei libri per acquisire conoscenze sull’uomo e la natura”. Il fatto che Francesco Maria II avesse deciso di realizzare una libraria nuova di libri stampati non era per esigenze collezionistiche, ma una scelta culturale legata ad una visione radicalmente nuova.
Il duca filosofo aveva bisogno di una biblioteca che documentasse dei risultati più aggiornati della scienza. Nella biblioteca dunque non potevano trovare posto che le opere più recenti e quindi necessariamente quelli a stampa. “Non è audace affermare – ha sostenuto Serrai - che la raccolta libraria del l’ultimo duca di Urbino è la prima biblioteca europea che deliberatamente è stata concepita ed attuata per racchiudere le opere e il pensiero della scienza sperimentale”.
MARIO CRISCILLO
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